Baby gang in centro storico, con aggressioni filmate: oscurati account social dedicati alle risse

L’indagine è del Nucleo Antidegrado della Polizia Locale di Teramo. Ragazzini tra i 13 e i 17 anni pestati per ‘sgarri’ al gruppo, dove un ruolo preminente lo rivestono le donne. L’ultimo episodio in piazza Dante

TERAMO – C’è molto probabilmente una baby gang, dove le ragazzine tengono le fila rispetto ai maschi, e che ‘governano’ affiliazioni e punizioni, dietro alla gestione degli account social oscurati dalla Polizia locale di Teramo.

Il provvedimento è solo un passaggio dell’indagine da tempo avviata dagli agenti del Nucleo Operativo Antidegrado del Corpo teramano, che ha raccolto materiale sufficiente per segnalare alla Procura un fenomeno di degrado giovanile purtroppo molto diffuso in centro città. Bande di ragazzini, tra i 13 e i 17 anni, protagonisti di episodi di violenza e bullismo estremo, che sfociano quasi sempre in risse, per lo più nei vicoli della città vecchia, al riparo da occhi indiscreti.

La Polizia locale sta indagando su una diretta correlazione tra l’organizzazione di agguati e aggressioni ai danni di ragazzine e ragazzini da parte del branco, da filmare e postare sul social, appositamente creato proprio per inneggiare alle risse. Il Nucleo Operativo Antidegrado è intervenuto tempestivamente a seguito di diverse segnalazioni pervenute da genitori preoccupati dei propri figli minori tornati a casa malconci e costretti successivamente a ricorrere a cure mediche per le aggressioni subite. Gli uomini del tenente colonnello Franco Zaina hanno subito individuato come la gang puntava anche a spettacolarizzare sui social le violenze, per ottenere un largo seguito.

Secondo la ricostruzione di alcuni di questi episodi di violenza, l’ultimo dei quali si è verificato nei giorni scorsi in piazza Dante e la vittima è stata una giovanissima, i gruppi di adolescenti rivendicano un determinato territorio ed impongono regole e al minimo ‘sgarro’, spesso per futili motivi, si fissa un appuntamento in un luogo ben preciso e ci si affronta fisicamente. Gli scontri vengono ripresi con il cellulare e pubblicati su appositi profili social inneggianti al reato di rissa.

Secondo la Polizia locale, che da tempo monitora la situazione, c’è stata un’accentuazione del fenomeno anche a seguito del lockdown e del bisogno avvertito dai giovanissimi di sentirsi parte di un ‘gruppo’, anche se questo implica l’accettazione e l’emulazione di azioni violente. Le indagini proseguono per l’identificazione dei partecipanti.